Il contesto
In uno scenario naturale di rara suggestione su uno sperone roccioso a strapiombo sull’Adige, svetta superbamente Forte Rivoli
connotando il paesaggio e costituendone l’icone ma prevalente. Forte Rivoli, che originariamente prese il nome di Werk Wohlgemuth, fu completato nel 1854, nell’arco temporale di 15 mesi, sull’altura rocciosa del monte Castello, luogo di un antico castello medievale, su elaborati grafici firmati da Heinrich Weiss von Schleussenburg. Il forte si caratterizza per una perfetta torre cilindrica, con casamatta su due ordini di fuoco secondo un’impostazione che deriva dal prototipo della torre massimiliana ideata nel 1830 dall’Arciduca Massimiliano Asburgo. Il compendio militare si distingue per la notevole qualità tecnica costruttiva evidenziata anche dal paramento murario costituito da apparecchio ad opus poligonale con conci di pietra calcarea locale bianchi erosati di Lubiara, nonché da particolari strutture a volte interne di complessa geometria realizzate con materiale laterizio. Sulla scenografica parete cilindrica risaltano i contorni delle cannoniere e delle feritoie a conci di pietra rosa. Nell’originario sbarramento difensivo asburgico caratterizzato dal Forte Chiusa ubicato nel fondo valle e dai Forti Ceraino e Monte posizionati sulla sinistra d’Adige, Forte Wohlgemuth occupava la posizione dominante sulla destra d’Adige, proteso a picco sulla valle atesina, principale via di comunicazione tra il Lombardo Veneto e l’Austria, ed a difesa dell’anfiteatro morenico in cui convergevano le strade che provenivano da Pastrengo e dall’area Gardesana. Il sistema fortificatorio permetteva il controllo del transito degli eserciti nemici e il collegamento con le piazzeforti del Quadrilatero. Il Forte con le sue artiglierie esercitava la propria azione su un ampio settore angolare di 260 gradi, coprendo la Val d'Adige sia verso nord che verso sud, battendo simultaneamente verso occidente l’anfiteatro morenico, del cui ampio semicerchio occupa il centro focale e geometrico. Nell’assetto originario il forte era composto nella forma di una torre cilindrica, dal cui volume era sottratto un settore di 100 gradi; tale settore rivolto ad oriente si sviluppava sul precipizio verso il fiume, quindi naturalmente protetto da ogni possibile offesa, tanto che tale versante era difeso da un semplice muro ordinato per la difesa di fucileria ed artiglieria. Tale conformazione è riconducibile al tipo di torre a segmento (Segmentthürme).
Cenni storici
Gli insediamenti antropici sono antichissimi e risalgono addirittura al periodo del neolitico come dimostrano il ritrovamento di importanti reperti sul monte Rocca. I primi ad insediarsi in questa zona in prossimità della Chiusa furono mille anni prima di Cristo gli Atestini e successivamente arrivarono gli Arusnati, popolazione di origine retico-etrusca. Il valore strategico del luogo fu riconosciuto anche dai romani e tradizione vuole che nei pressi della Chiusa il proconsole Quinto Latuzio Catulo avesse atteso, per disperderli, l’avanzata dei Cimbri nel 102 a.C. Di qui passarono successivamente anche i Visigoti, gli Svevi, i Vandali, gli Unni con Attila nel 451 fermato poi a Salionze da Papa Leone Magno, gli Eruli con Odoacre nel 476 e gli Ostrogoti conFederico1. Del resto, la Valdadige dopo la conquista romana del 225 a.C a danno dei galli Insubri, divenne da subito un’importante via di transito. Tant’è che lungo il corso del fiume Adige a partire dal I secolo d.C. venne realizzata la Claudia Augusta, arteria fondamentale per i traffici commerciali con i paesi posti al di là delle Alpi Retiche. Già intorno al 1100 sul monte Rocca esisteva una fortificazione che venne attaccata dalle truppe di Federico Barbarossa. Nei secoli successivi la zona divenne strategicamente sempre più importante, tanto da essere disseminata di castelli e di borghi fortificati. La Signoria degli Scaligeri e la Serenissima Repubblica di Venezia ne riconobbero l’assoluta importanza, mantenendo in efficienza le
fortificazioni esistenti.
*LUCA GANDINI, Rivoli Veronese e la sua polveriera, La Valdadige nel cuore, Gruppo culturale EL Casteleto, 2018.
Ludwig Von Wohlgemuth
IL GENERALE A CUI FU INTITOLATO IL FORTE DI RIVOLI
Forte Rivoli venne originariamente denominato Werk Wohlgemuth in onore dell’omonimo feldmaresciallo austriaco che si distinse nelle campagne di guerra risorgimentali. Ludwig von Wohlgemuth nacque nel 1789 ed intraprese da giovanissimo la carriera militare. Nel 1804 prese parte alle campagne di guerra contro Napoleone Bonaparte, in particolare negli anni 1814 - 1815. Dopo l’esperienza come professore di matematica, nel1836 riprese il servizio attivo con il grado di colonnello. Nel 1848 allo scoppio della guerra nel Lombardo Veneto, Wohlgemuth ebbe modo di dimostrare le sue particolari attitudini militari e di comando anche nell’ambito delle “cinque giornate di Milano”. Si distinse, altresì, dal 28 al 30 aprile negli scontri di Pastrengo, Curtatone, Goito, Vicenza e nella battaglia vittoriosa di Custoza del 24 luglio. Per la condotta esemplare delle sue truppe gli vennero conferite diverse onorificenze. Promosso al grado di luogotenente feldmaresciallo venne trasferito sullo scacchiere di guerra ungherese, pur partecipando in maniera determinante all’esito della vittoria asburgica di Novara che determinò la fine della prima guerra d’indipendenza. Gli fu assegnato successivamente il comando del IV Corpo d’armata in Ungheria, ove era ancora in corso la guerra antirivoluzionaria. Nel 1851 richiamato dall’Imperatore, mentre percorreva il viaggio verso Vienna, morì a Budapest.